anche studio aperto provoca orrore ma mica scrivo alla redazione per lamentarmi. è un aspetto personale, sono io in quella foto e non induco alla tossico-dipendenza ma all'osservazione. per quanto riguarda il domani, il dopo, nessuno più di un tossico spera nel dopo, spera di farsi ancora. l'orrrore è negli occhi di chi guarda
Indagare la dipendenza, come in questo caso, è un atto di onestà brutale, che muove chi scatta e chi sceglie le foto. Che cazzo c'entra l'estetica: la ricerca della perfezione è il rifiuto della realtà, come volersene dissociare, questo sì che fa orrore.
...non è "la morte" ma la fatica di vivere ad essere intrappolato nelle foto.
...stavo pensando che sarebbe una meraviglia poter fermare la dipendenza in una foto - una cura visibile sempre ....con magari la possibilità paghi-una-scatti-due di una seconda foto che crea l'effetto "prima-dopo".
...personalmente non mi ritengo curata in-via-definitiva ma evito accuratamente (anche con un bel pugno sul muso) che mi si catturi in una foto...
a me la quarta foto piace molto.sembra la Madonna che prega. mentre la prima e la quinta mi ricordano i quadri degli anni '20-'30 del realismo magico. amnesia
Io direi "dolorifico"
RispondiEliminaorrore
RispondiEliminaproiettare SUL muro, nel è assai più difficile
RispondiEliminacon sofferenza si dovrebbe guardare al futuro almeno mi piacerebbe che fosse così, queste sono scene di morte perciò provocano orrore
RispondiEliminaanche studio aperto provoca orrore ma mica scrivo alla redazione per lamentarmi. è un aspetto personale, sono io in quella foto e non induco alla tossico-dipendenza ma all'osservazione. per quanto riguarda il domani, il dopo, nessuno più di un tossico spera nel dopo, spera di farsi ancora. l'orrrore è negli occhi di chi guarda
RispondiEliminashadia morta)me lo sono tolto e osservo con distacco
RispondiEliminac'è una evidente sacralità anche in questi gesti.
RispondiElimina('mazza che sviolinata.)
RispondiEliminasei talmente anti piacevole, da essere piacevolissimo, tu.
RispondiEliminaIndagare la dipendenza, come in questo caso, è un atto di onestà brutale, che muove chi scatta e chi sceglie le foto. Che cazzo c'entra l'estetica: la ricerca della perfezione è il rifiuto della realtà, come volersene dissociare, questo sì che fa orrore.
RispondiEliminaG.
sei così tetro e depresso che in confronto la mia vita sembra uno splendore anche se sono morta.
RispondiEliminaShadia
è un piacere avere un blog, nessuno rompe i coglioni
RispondiEliminacancellami...niente da dover lasciare ai posteri
RispondiEliminai capelli
RispondiElimina...non è "la morte"
RispondiEliminama la fatica di vivere ad essere intrappolato nelle foto.
...stavo pensando che sarebbe una meraviglia poter fermare la dipendenza in una foto - una cura visibile sempre ....con magari la possibilità paghi-una-scatti-due di una seconda foto che crea l'effetto "prima-dopo".
...personalmente non mi ritengo curata in-via-definitiva ma evito accuratamente (anche con un bel pugno sul muso) che mi si catturi in una foto...
love, mod
a me la quarta foto piace molto.sembra la Madonna che prega.
RispondiEliminamentre la prima e la quinta mi ricordano i quadri degli anni '20-'30 del realismo magico.
amnesia
Che tu non sia importante è un'opinione tua. Io a te ci tengo, e ti penso un sacco.
RispondiEliminaIo eseguo lo stesso rituale quando mangio gli gnocchi, perchè non fotografate anche me?
RispondiEliminaenzo) lunga vita a me
RispondiEliminaamnesia) la sacralità del gesto è ben visibile. ciao amnesia
cumino) penso di essere importantissimo, intanto pensami
grande favollo) vuoi fare l'installazione? alla prossima biennale "grande favollo mentre mangia gli gnocchi"
modesty) non ho capito nulla ma ti amo.
RispondiEliminaMi installerò senza fallo,Beuys mi fa un pippone
RispondiEliminaio con "mi struggo al ricordo" sono empatica.
RispondiEliminaelena) non c'è un effetto voluto, è solo la rappresentazione di un rito che ho conosciuto anni fa. può anche farti schifo
RispondiEliminanastja) grazie, alla fine la compresione senza valutare ci voleva