






NINO PEDRETTI, E' MI BA
[Citato da vespertiliae]
E' mi ba ch'u m'à ṣvargugnè
ch'l'à pers tòtt al batai
e' mi ba ch'l'éra buṣèdar
e' mi ba ch'e' biastmévva i sént
e pu u s mitéva d'inznòc
davénti al madunini
e' mi ba ch'l'éra bèl
e u s guardéva te spèc
eì mi ba ch'l'éra purètt
ch'l'éra ambiziòuṣ, ch'e' cantévva
e' mi ba ch'u n m'à insgné gnént
e' mi ba ch'i l freghévva tòtt
e' mi ba ch'u n savévva e' latéin
e pòch ènca l'italién,
che dall'America l'è tòuran
s'un penni e trè paróli d'ingléiṣ
e' mi ba ch'e' vlévva «commendatòur»
scrétt sòura la bósta
e' mi ba, fra i ba e' piò sgangarèd,
l'à scrétt dréinta ad mè
tòtt al mi poeṣéi.
Mio babbo
Mio babbo che mi ha svergognato,
che ha perso tutte le battaglie,
mio padre che era bugiardo,
mio padre che bestemmiava i santi
e poi si metteva in ginocchio
davanti le madonnine,
mio padre che era bello
e si guardava nello specchio,
mio padre che era povero,
che era ambizioso, che cantava,
mio padre che non mi ha insegnato nulla,
mio padre che tutti lo fregavano,
mio padre che non sapeva il latino
e poco anche l'italiano,
che dall'America è tornato
con un penny e tre parole d'inglese,
mio padre che voleva «commendatore»
scritto sopra la busta,
mio padre fra i padri il più sgangherato
ha scritto dentro di me
tutte le mie poesie.
[ da Al Vouṣi e altre poesie in dialetto romagnolo, Einaudi 2007, pp. 190-191]
[Citato da vespertiliae]
E' mi ba ch'u m'à ṣvargugnè
ch'l'à pers tòtt al batai
e' mi ba ch'l'éra buṣèdar
e' mi ba ch'e' biastmévva i sént
e pu u s mitéva d'inznòc
davénti al madunini
e' mi ba ch'l'éra bèl
e u s guardéva te spèc
eì mi ba ch'l'éra purètt
ch'l'éra ambiziòuṣ, ch'e' cantévva
e' mi ba ch'u n m'à insgné gnént
e' mi ba ch'i l freghévva tòtt
e' mi ba ch'u n savévva e' latéin
e pòch ènca l'italién,
che dall'America l'è tòuran
s'un penni e trè paróli d'ingléiṣ
e' mi ba ch'e' vlévva «commendatòur»
scrétt sòura la bósta
e' mi ba, fra i ba e' piò sgangarèd,
l'à scrétt dréinta ad mè
tòtt al mi poeṣéi.
Mio babbo
Mio babbo che mi ha svergognato,
che ha perso tutte le battaglie,
mio padre che era bugiardo,
mio padre che bestemmiava i santi
e poi si metteva in ginocchio
davanti le madonnine,
mio padre che era bello
e si guardava nello specchio,
mio padre che era povero,
che era ambizioso, che cantava,
mio padre che non mi ha insegnato nulla,
mio padre che tutti lo fregavano,
mio padre che non sapeva il latino
e poco anche l'italiano,
che dall'America è tornato
con un penny e tre parole d'inglese,
mio padre che voleva «commendatore»
scritto sopra la busta,
mio padre fra i padri il più sgangherato
ha scritto dentro di me
tutte le mie poesie.
[ da Al Vouṣi e altre poesie in dialetto romagnolo, Einaudi 2007, pp. 190-191]
arthur tress foto
RispondiEliminacita per il mondo, spargi
RispondiEliminaanche qui un post sull'anima, non solo crudezza. è inevitabile. forse perchè la crudezza è anche quella.
RispondiEliminafantastico arthur tress.
RispondiEliminaresto sempre di stucco quando l'originalità è così banale.
il dialetto a volte è una lingua a sè.
nel senso che non sempre i significatai coincidono.
nel senso che in dialetto è tutta un'altra poesia.
nonostante non capisco una virgola di romagnolo.
che bella. mi sto appassionando a questa vostra (di voi emilianoromagnoli) regionalità.
RispondiEliminacerco di immaginare se c'è una musicalità nella poesia in dialetto... dovrei sentirla a voce...
RispondiEliminadilaudid, sali sulla sedia e recita
gozer) il romagnolo non mi entusiasma, mi piace la vaga idea d0amore nonostante tutto
RispondiEliminaandrea) mica son regionalista, sono universalista
paraspifferi) suduco al telefono, dovresti sentirmi recitare in dialetto
regiouniversale...
RispondiEliminaA Sara non ho insegnato niente, ci siamo conosciuti tanto. L'Affetto è la chiave del mondo.
RispondiEliminaQuesto titolo mi ricorda qualcosa. In una battaglia senza perdenti, hai vinto per bellezza dell'evocazione :-)
RispondiEliminaenzo) e bravo appapà
RispondiEliminafedriade) siamo in pochi, conta sul mio interesse anche se il mio interesse pùò non interessare
msspoah) tutto merito tuo, mi piace mettere titoli non didascalici, per questo simil-blues romagnolo la cuticola mi sembrava molto distante e quindi perfetta. ti devo qualcosa
Secondo me siamo già pari, fidati :-)
RispondiEliminaormai sei la mia guida...
RispondiEliminaVa a finire che mi fai preoccupare... dico sul serio, eh! :-D
RispondiEliminastanotte sognare berlusconi, lo fa la mia guida quindi lo devo fare anch'io... il trattamento farmacologico di giornata l'ho appena assunto, tra un po' tutto bene!
RispondiEliminaNoooo-ooo, non-pu-o-i-tenermi-co-me-gui-da: io non ho fatto manco l'asilo come si deve!!
RispondiEliminaE poi berlusconi l'ho sognato per sbaglio: è stata un'imboscata. Sono salva per un pelo.
questi sono i blogS, espressione liBBera delle possibilità che la rete ti offre, io ho scelto te come cane guida! l'analista che interpretazione darebbe del tuo sogno? o è una forma di apparizione volta al consenso, appare in sogno a tutti per avere la quasi totalità dei consensi?
RispondiEliminaDici che ci prova col sogno perché non ho la televisione? Può esse'.
RispondiEliminaL'analista per interpretare l'onirico vorrebbe saperne di più, io non saprei che dirgli/le; quindi sono (sarei) salva.
basterà analizzare i tuoi silenzi
RispondiEliminasempre più guida, eliminare televisione, l'ha detto la mia maestra...
dove lo guardo il film, sai non ho la televisione!
RispondiEliminaquesto non è una fine, ti seguirò ovunque
Lo guardiamo in radio?
RispondiEliminalo riscriviamo e lo recitiamo, facciamo tutto da soli
RispondiEliminaperò, coinvolgiamo il pubblico
RispondiEliminafosse per me reciterei per il mio cane
RispondiEliminama se a te fa piacere un pubblico faremo come vuoi tu
è solo che voglio cambiare il mondo... cose così... mica che...
RispondiEliminafacciamo come viene e buonanotte :-)
no, sono onorata dell'interesse. grazie
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